Non ho visitato tutti i borghi toscani, anche se mi riprometto di farlo in futuro. E alcuni di quelli che ho visitato, non li ho esplorati a dovere, come avrebbero meritato, per mancanza di tempo. Di conseguenza questa lista dei più bei borghi della Toscana è da considerarsi in progress. Spero di aggiornarla ogni tanto per aggiungere altri borghi toscani meravigliosi che visiterò, si spera, con più calma.
PS: Se ancora non mi segui, vienimi a trovare su Instagram. Giuro che sono simpatica, eh!
I più bei borghi della Toscana
Provincia di Siena
San Gimignano
San Gimignano è uno dei borghi più belli della Toscana, amata da tutti per le splendide torri medievali che la caratterizzano. Pensate che al giorno d’oggi rimangono in piedi solo 13 delle originarie 72… Ma quanto figo dev’essere stato con tutte e 72? Una di esse è visitabile grazie al FAI, Torre e Casa Campatelli, e permette di farsi un’idea sulla vita nel borgo ai tempi del medioevo. Nella piazza della Cisterna, due gelaterie si contendono il titolo di migliore del paese: Dell’Olmo e Dondoli, quest’ultimo vincitore del Campionato mondiale del gelato per ben due volte. Da vedere è anche il Duomo che conserva un ciclo di affreschi strepitoso.



Monteriggioni
Monteriggioni è davvero minuscola ma io la amo da morire, sarà perché la prima volta ci sono capitata per puro caso e mi ha spiazzata, con quella cinta muraria rotonda (ora in parte percorribile), la piazza pittoresca e le (due) viette con eleganti botteghe e portali decadenti. Qui sono state girate alcune scene di film celebri, come Io ballo da sola, Il paziente inglese e Il gladiatore.



San Gusmè
Vi avviso, è microscopico. Ci siamo capitati anni fa seguendo i consigli della Guida Routard per cenare in una trattoria del centro, Sira e Remino, economica e alla buona, dopo aver percorso una strada parecchio tortuosa per raggiungerlo. Per visitarlo basta una manciata di minuti. Non ci sono negozi, solo due ristoranti, o forse tre. La prima volta che ci sono venuta era estate e c’era un cinema all’aperto per una trentina di abitanti nella piccola piazzetta. Super carino! Curiosità: all’entrata del paese c’è una statua a dir poco peculiare. Un uomo che nell’atto di fare la cacca e la scritta: “Re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sue quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi”. La statua è stata ribattezzata scherzosamente Luca Cava.



Sarteano
Sarteano è un piccolo borgo in provincia di Siena, situato in Val di Chiana. Una volta entrati dalla porta principale, ci si trova nella piazza principale, ampia e di origine rinascimentale. Da questa si dipartono delle stradine laterali che, con lieve pendenza, conducono verso il Castello, che è visitabile e ospita mostre temporanee.



Il paesino è molto vivace. Pensate che con meno di 5000 abitanti conta ben 30 associazioni. Il territorio circostante è disseminato di sorgenti termali e necropoli etrusche, i cui reperti sono custoditi al Museo Civico. A Sarteano non perdetevi un pranzo Da Gagliano, minuscolo locale a due passi dalla piazza, e una cena al Ristorante Santa Chiara (foto sotto): qui in estate si cena nel romantico giardino, tra le ortensie in fiore. Salite sulla scala del muro di cinta per ammirare un tramonto spettacolare sulle campagne.



Montepulciano
Montepulciano mi ha incantata. Si sale dalla parte bassa, su su, fino alla piazza principale, Piazza Grande su cui si affacciano il Duomo e il Palazzo Comunale. A due passi sono gli ingressi di due delle cantine storiche della cittadina, Contucci e de’ Ricci. Qui si possono ammirare le botti gigantesche che custodiscono il pregiato Vino Nobile di Montepulciano DOCG.



Cetona
Cetona ha un’enorme piazza rinascimentale, piazza Garibaldi, da cui si dipartono delle vie, che però qui si chiamano Coste, che appunto costeggiano la collina e portano alla parte alta, dominata dalla Rocca. Delle tre cinta murarie che un tempo la cingevano (impressionante per un paese di 3000 abitanti) rimane in piedi solo la torre del Rivellino. Qui c’è anche la Villa, chiamata Vignola, proprietà dello stilista Valentino.



Montalcino
Montalcino è un borgo dall’assetto militare, dotato di possenti mura e vie ripide e strette. Da vedere il Castello, il Duomo e Palazzo dei Priori con la sua altissima torre. Ma soprattutto ci si deve fermare a degustare il celebre Brunello.



Pienza
Pienza non ha bisogno di presentazioni. Un tempo si chiamava Corsignano. Poi, Papa Pio II, che era nato proprio qui, decise di rinnovare l’intero paese e renderlo la città ideale con l’aiuto dell’architetto Rossellino, che seguì i dettami di Leon Battista Alberti. Il borgo cambiò anche nome, proprio in onore del papa. La strada principale è Corso Rossellino, su cui si affacciano un susseguirsi di boutique, ristoranti e botteghe. Molte di queste vendono prodotti di cuoio o forme di pecorino. Ecco perché aleggia nell’aria l’odore di entrambi.



Nella piazza principale, Piazza Pio II, si affacciano la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Municipio, Palazzo Piccolomini e Palazzo Vescovile. Affacciata sullo splendido panorama della Val d’Orcia è il Belvedere, su cui sbucano vie dai nomi graziosi: via del Bacio, via dell’Amore e via della Fortuna. Da qualche parte c’è anche Vicolo Cielo. Bellissimi i versi di Mario Luzi incisi sulla panchina: Lo sfolgorio d’oro dei platani s’inciela. Pienza è uno dei miei borghi del cuore e senza dubbio uno dei più bei borghi della Toscana.



Monticchiello
Monticchiello è una piccola frazione del comune di Pienza, con mura di cinta e una torre di difesa, il cassero. Nel borgo si organizza il teatro povero, al quale partecipano tutti gli abitanti con diverse mansioni: autori o attori.



Castelmuzio
Castelmuzio è un piccolo borgo poco noto, che ha conquistato a suo tempo persino Claude Monet che dal suo Belvedere ha dipinto l’orizzonte. Ci sono stata da sola, un pomeriggio di luglio. Durante la mia passeggiata tra le vie del borgo non ho incontrato nessuno. Tutti erano alla trattoria del paese e stavano festeggiando il compleanno di un nonno. Il paese è incantevole e silenzioso, davvero un posto d’altri tempi.



Castiglione d’Orcia
Castiglione d’Orcia è un grazioso borgo, arroccato su di un colle e dominato da una Rocca, alle pendici del Monte Amiata. Il suo centro è un labirinto di viuzze acciottolate, che sbucano nella piazza principale.



Radicofani
Tutte le strade portano a Radicofani, almeno in Val d’Orcia. Questo è quello che dico ogni volta che passo da quelle parti perché la Rocca di Radicofani, ovunque ti giri la vedi, lassù in alto in alto. Radicofani è stata una tappa molto importante lungo la via Francigena ed ha quindi ospitato pellegrini da ogni nazione europea, inclusi personaggi noti del calibro di Mozart e Dickens. Ma è anche il paese di Ghino di Tacco. Esiliato da Siena per ragioni politiche, diventò un brigante, una sorta di Robin Hood della zona. In seguito ad una vicenda molto curiosa, raccontata nel Decamerone, fu perdonato e nominato cavaliere dal Papa. A Radicofani non perdetevi un panino da Pane e Companatico, seduti nella deliziosa piazzetta fiorita.



Bagno Vignoni
Bagno Vignoni è un borgo microscopico, che conta 30 abitanti. Sin dall’epoca romana era meta di pellegrini che si fermavano, lungo la via Francigena, per rifocillarsi e bagnarsi nelle sue acque termali. Anche Lorenzo de’ Medici lo frequentava. Ci si rende immediatamente conto del ruolo centrale delle acque termali qui visto che la piazza principale è sostanzialmente occupata da una vasca d’acqua fumante. Il borgo è molto turistico, tra hotel termali, negozi, bar e ristoranti.



Murlo
Situato in cima ad una collina in posizione comoda sia dalla Val d’Orcia che dalle Crete Senesi, Murlo è un borgo minuscolo, racchiuso dentro le mura del XII secolo. Da vedere la chiesa di San Fortunato e l’Antiquarium di Poggio Civitale, all’interno del Palazzo Vescovile, che custodisce reperti archeologici scovati nel territorio circostante.



Chiusdino
A Chiusdino sono passata un po’ per caso e mi è piaciuto tantissimo. Dopo aver parcheggiato, siamo saliti su per una scalinata verso il centro, tra panni stesi dai davanzali, gatti addormentati sopra zerbini e vasi di gerani. Niente negozi di souvenir. Molto poco turistico. Ci siamo fermati a pranzo alla Grotta di Tiburzi, il cui nome si ispira al più famoso brigante maremmano, amato dai popolani perché li difendeva dai soprusi perpetrati dai grandi latifondisti. Qui c’è poi la casa natale di San Galgano, cavaliere ed eremita, celebre per l’abbazia senza tetto a 15 minuti da qui.



Provincia di Firenze
Purtroppo in provincia di Firenze ho visto pochissimi borghi. In realtà sono stata anche a Fiesole e Vinci ma da piccola e quindi non ho ricordi vividi né foto da condividere.
Certaldo
Questo è il borgo dove nacque Boccaccio. Infatti è tuttora visitabile la sua casa natale è visitabile. Il clou del borgo è Palazzo Pretorio, con i suoi stemmi in terracotta invetriata. Purtroppo non ho foto, perché ci sono stata tanti anni fa. Sicuramente devo tornare!
Montefioralle
Frazione di Greve in Chianti, Montefioralle è uno dei borghi più belli d’Italia. La sua origine risale al Medioevo, quando iniziò a formarsi un agglomerato di case attorno ad un castello (documentato già nel 1085). Da vedere la chiesa di Santo Stefano e la casa di Amerigo Vespucci. È un borgo molto piccino, che si visita in breve. Fatto di vicoli con case in pietra, nasconde una graziosa corte costellata di piante e fiori.



Provincia di Arezzo
Anghiari
Anghiari, la città della celebre battaglia tra Milano e Firenze, che decretò la supremazia di quest’ultima in questo territorio. In seguito alla vittoria fu commissionato un affresco a Leonardo da Vinci per decorare la Sala del Concilio di Palazzo Vecchio. Purtroppo Leonardo sperimentò una tecnica un po’ troppo innovativa che sbiadì in fretta e Vasari ebbe l’incarico di dipingervi sopra. Qui ad Anghiari c’è il Museo dedicato proprio alla Battaglia, con una sala incentrata sulla questione affresco leonardesco. È un borgo delizioso, circondato da mura medievali (non perdetevi lo scorcio da via Garibaldi) e fatto di viette tortuose. Immancabile una sosta al ristorante Il Feudo del Vicario, da leccarsi i baffi.



Lucignano
Lucignano è un piccolo borgo situato in cima ad una collina e protetto da mura ovali. La via principale (Matteotti) un tempo si chiamava via dell’Amore (per suggellare il legame con Siena) o Borgo Ricco, perché qui erano situati i palazzi nobiliari, in contrapposizione a via Povera (ora via Roma), dove vivevano le classi meno abbienti. Proprio questa suddivisione, che doveva essere molto sentita, fa sì che lungo una via della parte “plebea” sia ancora visibile un incisione che recita: Libertà di suono (parola) e canto, evidentemente in contrasto con l’atmosfera più compassata della zona aristocratica.
La chiesa di San Francesco custodisce degli affreschi prestigiosi, tra cui il Trionfo della Morte, che Philippe Daverio definì il primo fumetto della storia (ci sono infatti delle scritte che esprimono i pensieri dei personaggi dipinti). Il Museo Civico custodisce un reliquiario chiamato L’Albero dell’Amore, simbolo di devozione e metafora dell’amore eterno. Proprio per questo è considerato di buon auspicio sposarsi o rinnovare le promesse qui. Curiosità: Quando l’abbiamo visitata, passeggiando lungo una delle deliziose vie tutte tempestate di piante e fiori, ci siamo imbattuti in un allestimento peculiare, con un cartello: Se fai una foto ai gatti (Gimbo è quello grande nero, Margot quella piccola marrone), per favore mandaci una mail a … Faremo un bellissimo album con le foto da tutto il mondo. Buona giornata!



Provincia di Grosseto
Sorano
Pitigliano, Sorano e Sovana sono le cosiddette Città del Tufo, un’area di estremo interesse archeologico per le necropoli etrusche, collegate tra loro dalle suggestive e misteriose Vie Cave, percorsi scavati nella roccia, a cielo aperto (quindi non tunnel). Sorano situato su un’alta roccia e dominato dalla Fortezza Orsini (che è anche hote), questo borgo di origine etrusca è tutto un susseguirsi di scalinate, vicoli, viuzze e piazzette ricche di botteghe, fiori e panni stesi. Tutto super instagrammabile.



Pitigliano
Arrivare a Pitigliano per la prima volta un’emozione straordinaria. Vedere le case sul bordo del promontorio di tufo, che pare quasi si fondano con la roccia, è pazzesco (foto di copertina dell’articolo). Passato l’acquedotto e Palazzo Orsini, ci si addentra per le vie del borgo, che si allargano per far spazio al Duomo barocco e proseguono poi fino ad una piccola terrazza panoramica. Pitigliano è chiamata anche la Piccola Gerusalemme per la presenza di una comunità ebraica, purtroppo deportata (o fuggita) durante la Seconda Guerra Mondiale. Si può ancora visitare la Sinagoga e comprare nella bottega adiacente il dolce tipico del paese, lo Sfratto.



Io e mio nipote abbiamo mangiato davvero molto bene all’Hostaria del Ceccottino. Oltretutto quando sono passata di persona a prenotare, la signora, sentendo il mio cognome, mi ha subito chiesto se fossi delle “sue parti”. Lei infatti è originaria di Jesolo e si è trasferita a Pitigliano per amore. Quanto amo questi incontri! Spettacolare è anche Settembre DiVino, con la festa di tutte le cantine locali per le vie del borgo. Ci sono stata qualche anno fa con mio marito e ci siamo divertiti un mondo. Dove dormire? Dalle mie amiche dell’Agriturismo Locanda Pantanello.



Sovana
Sovana è un minuscolo borgo costruito su una rupe di tufo, elegante e lineare. Si sviluppa infatti sostanzialmente lungo un’unica via, che va dalla Rocca Aldobrandesca al Duomo, un po’ distaccato dal centro. Solo in corrispondenza del Municipio (il grazioso edificio con la torretta e la campana) c’è una breve biforcazione. Pittoresco anche il vicino Palazzo Pretorio. Curiosità: al Museo locale è esposto un antico tesoro che, secondo la leggenda, è parte di quello del Conte di Montecristo. In ogni caso, la cosa che preferisco di Sovana sono le facciate delle case, piene di vasi con piante e fiori, tutte da fotografare.



Montemerano
Montemerano è stata una piacevole sorpresa a breve distanza dalle super famose Cascate del Mulino. È molto piccolo, circondato da mura medievali ed ha una piazza principale, piazza del Castello, che mozza il fiato per la sua bellezza, non appena ci si avvicina all’arcata d’ingresso. Da lì è tutto un susseguirsi di piazzette, strette stradine, angolini zeppi di piante e fiori. Il borgo ospita anche un ristorante 2 stelle Michelin, Da Caino. Noi però abbiamo mangiato un semplice tagliere seduti ai tavolini esterni di un alimentari. Accanto a noi due ragazze… di Padova. Piccolo il mondo! Da vedere la Chiesa di San Giorgio per una curiosa peculiarità, il quadro della Madonna della Gattaiola, così chiamato perché presenta un buco alla base. Pare fosse stato fatto dal prete per permettere il passaggio del suo gatto all’interno della dispensa. Il micio aveva infatti il compito di sbarazzarsi dei topi.



Avete altri borghi da suggerirmi da annoverare tra i più bei borghi della Toscana? Ne prenderò nota per esplorazioni future!